Strategie di Sviluppo e Grandi Progetti – rispondo ad un quesito posto sul web
Qualche giorno fa, una pagina Facebook chiamata “DilloPensi”, pagina di approfondimento di tematiche inerenti il territorio di Lavarone, mi ha chiesto di rispondere rispetto alla posizione assunta dalla Giunta della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri in merito al progetto Parkadia (parco della Fauna Alpina Monte Rust).
Questa la mia risposta:
Rispondo volentieri al vostro spunto di riflessione in merito al progetto Parkadia, partendo dal fatto che non è stato escluso, ma anzi è stata inserita l’area di Monte Rust quale strategica per lo sviluppo di un parco della fauna alpina. Abbiamo espresso invece forti perplessità sulla scala dimensionale del progetto che oggi è sul nostro tavolo. Perplessità che, per quanto ci riguardano, rappresentano un progetto fuori scala rispetto alle futuribili disponibilità finanziarie vuoi del pubblico ma anche del privato. L’altopiano, non può in questa precisa fase storica, inseguire una politica di sviluppo basata unicamente su grandi opere pubbliche o semi pubbliche sottese alla logica di aggiungere sempre un pezzo a quanto già abbiamo. Dobbiamo diffidare dall’idea che manca ancora quel progetto o quell’investimento per ottenere la panacea dello sviluppo socio-economico. Invece occupiamoci del mettere a sistema la spropositata dotazione di infrastrutture che oggi sono presenti sull’altopiano. Perché non solo nei prossimi anni si dovrà centellinare e scegliere minuziosamente dove investire le pubbliche risorse, ma si apre un tema fino ad oggi sconosciuto, ossia il mantenimento dell’esistente con i relativi costi d’esercizio e di manutenzione. Siamo troppo piccoli in tutto, nella pubblica amministrazione e nei settori economici. Non esistono medie imprese, siamo trainati da una monocoltura economica in balia di un prodotto turistico scarsamente definito e poco strutturato sia d’inverno che d’estate. Con questo, non significa che i progetti di ampio respiro e di grandi dimensioni non possano trovare spazio, ci mancherebbe, sarebbe una logica denigrante ed autolesionista. Tuttavia riteniamo che nell’ordine delle priorità vi siano interventi ed azioni più urgenti. Per fornire alcuni esempi, vi segnalo come nonostante tutti ci riconoscano l’habitat ideale per la mountainbike, siamo probabilmente l’area Trentina con meno turismo bike. Nonostante la nostra dotazione immensa di sentieri di tutte le difficoltà, rispetto ai competitors il nostro prodotto trekking è mediocre. Ci definiamo territorio Family per eccellenza, quando solo da qualche mese si comincia a vedere qualcosa di almeno paragonabile ad altre stazioni dell’arco alpino. Ci lamentiamo che l’estate no va, meteo a parte, quando da 20 anni non esiste un piano di sviluppo estivo e di promozione della stessa. Il tema quindi e non pretendo di aver ragione, non è quello di lasciarsi andare con sogni forse poco realizzabili. Ma quello di recuperare come Comunità di persone ed imprese, un sogno collettivo. Un disegno di sviluppo capace di definire cosa succederà il prossimo anno e l’anno dopo e l’anno dopo ancora, con interventi coerenti rispetto ad un pensiero condiviso. Quindi lo scopo del piano non è quello di vedere parti contrapposte, ma quello di discutere attorno a questi temi e di recuperare un senso di partecipazione in un momento dove vi è un grande bisogno di cambiare. Ma non con piccoli interventi correttivi della strategia, ma con una vera e propria sostituzione della matrice alla base della strategia stessa. A partire dagli amministratori. (compreso il sottoscritto). VI ringrazio pertanto, dell’occasione e degli spunti di discussione che offrite e che offrirete perché questo territorio ha bisogno di parlare e dibattere senza paura.